Musico-terapia

Un percorso tra ritmo e melodie

La musica parla direttamente al cuore, è il respiro dell’anima che canta, si placa, s’infiamma.
Porta dal cielo la pace, unisce gli uomini di ogni età nella civiltà dell’amore.
La musica non guarisce, ma sicuramente aiuta


Un progetto di animazione pieno di intense distrazioni musicali è stato avviato nelle strutture residenziali per gli anziani nell’Ambito Territoriale XIV con l’intento di farli sentire protagonisti e non individui socialmente deboli ed emarginati dal resto della comunità; attività creative che favoriscono la capacità di stare insieme, alleviando la solitudine, alimentando i ricordi e distribuendo attraverso note musicali, movimento, colori, vivacità ed espressività personale, consolazione e conforto.

Carla Martella

La mia musicoterapia

A volte mi chiedo il perché della passione per questa professione: fare il musicoterapista. Forse, tra le diverse motivazioni che mi hanno spinto verso tale percorso, c’è una ragione recondita, la cui consapevolezza è affiorata e cresciuta negli ultimi anni, e che appartiene alla mia infanzia. Il piacere del canto mi è stato trasmesso da mia nonna che sempre nelle passeggiate pomeridiane dopo la scuola, o in casa, mentre sbrigava i lavori domestici, intonava qualche canto religioso o della Grande Guerra, e m’incitava a cantare con lei. Spesso, quando svolgo una sessione di musicoterapia all’interno dei centri residenziali, si crea quell’atmosfera speciale di complicità e partecipazione che solo la musica sa creare tra le persone. L’efficacia delle attività rivolte alla relazione d’aiuto e di conforto nasce e si sviluppa proprio dal rispetto di questa semplice e primaria componente dell’essere umano: il bisogno di stare insieme, ascoltare ed esprimersi, condividere. Ecco allora che una parola o due, un dialogo, anche se breve, assumono, nei vari incontri, un valore particolare. L’anziano, nell’attuale società, anziché essere una risorsa, è vissuto come un peso; non c’è spazio né tempo per le sue emozioni, opinioni, per le sue necessità. In realtà, il dialogo con lui è un arricchimento, e la sua esperienza un monito per il futuro. Quando s’instaura una buona relazione terapeutica, può accadere che qualcuno racconti la sua vita. La sua vita è anche la nostra storia, il racconto di ciascuno di noi che si scrive attimo dopo attimo, giorno dopo giorno e che compone con tonalità dolci, a volte amare, il nostro grande romanzo collettivo, il grande affresco delle stagioni dell’uomo e dell’umanità, il nostro presente.

Sandro Mentoni
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