Arte-terapia

Mani d’argento

Mi muovo ad incontrarvi e ad ogni passo mi accogliete con il lento illuminarsi dei vostri volti. Si anima il ritmo delle vostre mani, lasciando disegni di un passaggio che abbraccia il mio cuore.


“Mani d’argento”, è un laboratorio di attività pittoriche e di disegno che è stato avviato nelle strutture residenziali per gli anziani nell’Ambito Territoriale XIV con l’intento di farli sentire protagonisti e non individui socialmente deboli ed emarginati dal resto della comunità: attività creative e manuali che favoriscono la capacità di stare insieme, alleviando loro la solitudine e distribuendo attraverso note musicali, movimento, colori, vivacità ed espressività personale, consolazione e conforto.

Carla Martella

Laboratori di arte-terapia
Mi occupo di laboratori di arte terapia da diversi anni e in particolare ho focalizzato la mia attenzione sulle attività nelle case di riposo per anziani dove seguo i vari progetti dell’Associazione Matermamma Wanda Onlus. Essendo ormai noti gli effetti positivi effetti dell’arte in alcune patologie, mi soffermo soltanto nel descrivere l’organizzazione del laboratorio. In particolare, trattandosi di attività di disegno, ho scelto di adoperare colori facili da impugnare come gessetti e matite, dovendo considerare che la prima difficoltà che un anziano incontra nell’approccio con il disegno è quella di superare le limitazioni motorie delle sue mani. Ho dovuto tener conto anche delle problematiche legate alla vista e ad un numero diverso di disagi, ma il più difficile di tutti non è stato quello fisico, ma principalmente quello psicologico.
Molti anziani, per una serie di motivazioni complesse, si sentono inappropriati a fare anche le cose più comuni come il mangiare e il bere, anche quando ne hanno ancora le capacità, ci si può immaginare come restino titubanti davanti alla possibilità di poter disegnare. Ogni persona anziana che riesce a farlo in un certo senso vince sullo spazio stretto che si era ritagliato nella mente e che con l’arte va ad ampliarsi o comunque a modificarsi.
Vorrei raccontare il caso di un’anziana signora che è arriva in casa di riposo quando uno dei laboratori d’arte era iniziato da qualche mese. Subito la signora iniziò a disegnare alberi mentre solitamente gli anziani all’inizio prendono spunto dai libri d’arte che porto con me proprio per aiutarli con la difficoltà iniziale del cosa rappresentare.
Gli alberi della signora hanno un particolare, i tronchi sono molto grandi rispetto alla chioma e per molto tempo continua a rappresentare questo soggetto nello stesso modo. Poi soppraggiunge una nuova malattia e gli alberi continuano ad essere rappresentati, ma il tronco diminuisce di spessore, si fa più sottile, meno stabile. Col passare del tempo i tronchi diventano ancora più sottili e dopo un’ulteriore ricaduta sono così esili che la rappresentazione non è più di un albero ma di un ramoscello.In questo caso è molto evidente il rapporto che intercorre tra la rappresentazione grafica e lo stato di salute generale dell’individuo.Questi alberi possiamo dire che sono stati dei veri e propri autoritratti.
In ultimo, per migliorare il senso di isolamento, il laboratorio si svolge su un grande tavolo che ospita tutti attorno gli anziani in modo da facilitarne la conversazione e stimolare in loro il senso di condivisione.

Federica Ricci

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